Odissea siciliana

giu
2013
18

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Sarebbe come, una mattina…*

Partenza da Malpensa alle 14.35, destinazione Catania, volo Easy Jet. Unico a fare lo speedy boarding, nessuna coda e attesa tranquilla in mezzo a famigliole, in particolare spicca una giovane mamma, innamorata persa e incredibilmente orgogliosa della sua bimba neonata, di cui racconta tutto e di più a quelli attorno che guardano la sua bimba. Volo fantastico, l’Italia è bellissima anche dall’alto, anche se sto leggendo un lavoro (che devo leggere per domattina) vedo il Vesuvio, Ponza Ischia e Capri, e poi l’annuncio del comandante che si comincia la discesa, arrivo previsto tra mezzora, con cinque minuti d’anticipo. Il tutto ammirando lo spettacolo delle Eolie. Ecco l’Etna, con la sua nuvoletta attorno alla cresta, e ai suoi piedi Catania.  Le hostess, che hanno passato metà del loro tempo a fare feste e chiacchierare con la giovane mamma e col babbo che però al momento è un accessorio, non si capisce bene se più innamorato della moglie o della bimba, si siedono e si allacciano le cinture. Dopo 10 minuti si alzano, una va in cabina di pilotaggio, l’altra aspetta in piedi. Poi vanno in fondo all’aereo, poi parlano con la amica-mamma… comincio a essere inquieto, ma non troppo perché l’amica mamma e il marito paiono tranquilli. Atterriamo più di un’ora dopo, perfettamente, e ci apprestiamo a uscire, quando il comandante esce dalla cabina di pilotaggio e ci prega di stare seduti perché c’è stato un problema idraulico e devono fare dei controlli…sembra piuttosto adrenalinico, ma in effetti dopo due minuti ci fanno uscire. Nel frattempo avevo visto il carro dei pompieri a fianco della pista, e mi sono ricordato di quella volta, 23 anni fa, in cui tornando dalla California sul volo non stop LA Milano, mi sono insospettito e innervosito perché abbiamo preso la direzione del Giappone, paese che non mi interessava proprio visitare. E infatti dopo 20 minuti l’annuncio “Torniamo indietro” (eravamo andati a scaricare un bel po’ di carburante sul Pacifico) e mi sono visto una spettacolare parata di ambulanze e carri dei pompieri attorno alla pista (normali procedure di sicurezza richieste dalle assicurazioni); anche quella volta problema idraulico, non era rientrato il carrello, non si può volare tredici ore col carrello giù… insomma, finalmente scendo dall’aereo, con un pensiero di ringraziamento al pilota che, credo, abbia fatto un lavoro davvero eccezionale, ed è atterrato con una dolcezza incredibile. Vado a prendere la corriera per Messina, che finalmente arriva; solita calca per salire, metto la valigia nel bagagliaio e toccandomi la tasca dei pantaloni  mi rendo conto che non ho più il borsellino (bancomat, patente, tessera sanitaria…i pochi soldi sono il meno). Attimo di panico poi la decisione: non salgo sul pullman, torno indietro, visto che comunque è domenica, arriverò un po’ più tardi. Rientro in aeroporto, mi guardo attorno indeciso, e finalmente trovo l’ufficio informazioni. Chiuso. Cerco e trovo l’ufficio oggetti smarriti. Chiuso. Mi guardo attorno e vedo la giovane mamma. MI avvicino, le chiedo gentilmente se è un hostess della EJ (domanda scema che serve da introduzione…) e le spiego la faccenda. Mi dice di ricordarsi di me, di non preoccuparmi che porteranno il borsellino al Lost and Found … mi faccio coraggio e le dico che ho visto che una delle hostess era sua amica –per caso non ha il suo cellulare?- Sì, aspetti, le ho detto di farmi uno squillo … per farla breve, riesce a parlare con l’amica, che le dice che il marito ha lasciato il libro che leggeva sull’aereo, e che hanno trovato il mio borsellino; sospiro di sollievo. Morale, dice che mi conviene provare  a passare all’ Ufficio Oggetti Smarriti … ma è chiuso!. “Guardi, vada dai Carabinieri, sono proprio lì davanti” … ringrazio e saluto lei e il marito, e faccio un sorriso a Marisole, che finalmente ride contenta, si vede che le orecchie hanno smesso di far male.  Vado dai carabinieri, alla scrivania è seduto un appuntato, di fronte un’addetta dell’aeroporto, e spiego la situazione. “Deve essere questo, come si chiama?”. Mi riprendo il mio borsellino, dopo aver controllato il contenuto e firmato qualche carta, in effetti l’addetta lo stava consegnando, e l’appuntato stava scrivendo il verbale (temo anche di aver interrotto un’amabile conversazione…).

 Morale, quando si è distratti poi bisogna ingegnarsi il doppio e … avere anche fortuna. Esco col mio borsellino, vedo l’hostess che esce dal parcheggio, la raggiungo la ringrazio le auguro una buona vacanza e le chiedo il nome, per poterlo mettere sul sito…

Grazie Letizia, sei stata paziente e gentilissima!

Vado di nuovo alla fermata del pullman, essendo festivo quello di un’ora dopo non c’è (beh, mica posso lamentarmi), quindi devo aspettare un’ora e mezza, e poi un’altra ora e mezza di viaggio, insomma faccio prima a arrivare a Sofia. Ma è andata bene così, in fondo…

La sera mangio un boccone e bevo una birra in un Irish Pub. Tutto accettabile, meglio la birra. La mattina mi vengono a prendere per portarmi all’Università, e mi accorgo che non ho il cellulare… andiamo in dipartimento e poco dopo telefono e quando dico “ieri sera ero lì a cena” mi sento rispondere “Samsung nero”.  Ok ho capito, passo stasera…

 Inutile dire che non è finita qui.. Stamattina ho scoperto che tutte le cartelle della mia USB sono state massacrate dal computer di Sofia cui l’ho connessa per fare la mia presentazione (le date delle ultime operazioni a qualcosa searvono, no?). Un bel casino, chissà quando ho fatto l’ultimo back up…ma troverò una soluzione per limitare i danni… E adesso sulla corriera per l’aeroporto di Catania, non riesco aessere di cattivo umore. Nonostante le disavventure, sono stato trattato molto bene, e ho avuto l’impressione che la mia visita sia stata utile per loro. Quindi i soldi per la mia visita sono stati ben spesi… il che mi piace.

*Svegliarsi ed essere a Messina, Roberto Vecchioni

4 comments on “Odissea siciliana

  1. gigliola on said:

    Mi sarei preoccupata nel leggere che nulla era stato da te dimenticato, ma proprio nulla. Ah, che bello leggere e ritrovare conferme. Troppo bello. Ci vediamo, Rob; … come dire, tutto come sempre! Ciao

  2. stravagaria on said:

    Portafoglio e cellulare in due giorni! Volevi battere un record? Sfortuna e fortuna a braccetto :)

    • admin on said:

      Beh, qualche scusante l’avevo, la voglia di uscire dall’aereo era giustificata, direi! Ovviamente non ho nemmeno scritto che i miei pantaloni nuovi, chiari, sono macchiatissimi! Sembra caffé, ma io non lo bevo da tre anni…

  3. polimena on said:

    Come ti capisco Roberto, tra distratti ci si intende :-)

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