Corruptissima republica plurimae leges, Tacito (Annales, Libro III, 27)

feb
2014
25

scritto da on Home

3 commenti

Queste mie considerazioni nascono da due post che ho trovato su Facebook. Il primo si occupava del movimento  5 stelle, e delle sue procedure di “democrazia diretta”. Il secondo invece dell’essenza della nostra vita sociale e politica. In particolare, il primo analizza le poco trasparenti procedure messe in atto da Casaleggio e Grillo, il secondo pone l’accento sul fatto che ogni singolo meccanismo in questo paese si basa sulla sfiducia di tutti contro tutti, a partire dal fatto che c’è bisogno di due camere legislative, perché l’una possa controllare l’altra. Le mie idee mi sembra fanno da collante a questi due problemi, che forse sembrano indipendenti. Del primo intervento mi ha colpito l’impressione che ne ho avuto (magari scorretta) che i discutesse i termini con cui il gatto e la volpe vogliono realizzare questa democrazia diretta, ma non il fatto, che a volte sembra dato per scontato, che questa forma di governo sia bella, auspicabile, moderna, etica, se fatta nei termini dovuti. Ho i miei grandissimi dubbi su questo punto. Avete esempi di democrazia diretta funzionante? Io proprio no. Forse l’Atene di Pericle? Ho dei dubbi anche su questo. Perché non mi convince la democrazia diretta? Per spiegarmi, mi piace fare l’esempio della legge elettorale. Se non ricordo male, un referendum qualche anno fa ha abolito le preferenze con maggioranza schiacciante. Oggi se dici che sei contro le preferenze passi per un delinquente o giù di lì. Che voglio dire con questo?  Non che gli Italiani siano scemi o voltagabbana, non penso che l’opinione pubblica all’estero sia molto più matura,  penso invece che i problemi siano complessi, che non esistano soluzioni magiche, che il sistema debba essere sempre in evoluzione, e che per essere un minimo efficienti occorra avere delle competenze, studiare i problemi, confrontarsi su soluzioni possibili. Tutto questo richiede tempo ed energie, e non può essere risolto chiedendo il parere a migliaia di persone. Ma vi ricordate i rumori, gli appelli, le strilla per Rodotà Presidente? Lo stesso che dopo qualche mese è stato insultato pubblicamente dal promotore della sua candidatura? E mi spiace, non credo che questo sia dovuto al fatto che Grillo potrebbe essere un mariuolo e un altro invece virtuoso, è proprio il sistema che non può funzionare così. Sempre parlando di sistemi elettorali, ho sentito una volta alla radio un esperto dire che ce ne sono di tanti e complessi, ma che almeno  una cosa è certa, chi prende più voti vince… non colpevolizzo lui, sono sicuro che si è bestemmiato dietro, se si è riascoltato, ad aver detto una simile stupidaggine. Il problema è che l’informazione non può avvenire che così,  poi decidiamo a maggioranza?  Non può funzionare… Mi sono divertito recentemente a fare un esempio sciocco a lezione di una situazione di voto in cui c’erano tre candidati, A,B,C, nel quale a  maggioranza semplice vince il candidato A, col sistema del secondo turno vince B e il vincitore di Condorcet è C! Le facce sorprese degli studenti! Direi che forse non è il caso di prendere decisioni su che sistema adottare tramite referendum popolari. E tutto questo vale in praticamente ogni attività un pochino complessa. Quindi democrazia, ma delegata  (che già è parecchio inefficiente) e non diretta, e con la possibilità i controlli e di poter ritirare la delega.

Tutto questo richiede un minimo di fiducia, e qui arriviamo al secondo intervento. E devo dire che sono d’accordo con l’autore (Simone, il suo blog è segnalato qui accanto) anche se non l’avevo pensata negli stessi termini. Si parla della società italiana, e il punto di discussione è il gusto che sembra essere assolutamente comune a destra sinistra centro, credenti atei agnostici, milanisti interisti e juventini, di poter esercitare il diritto di veto. A me sembra che a noi italiani troppo spesso, almeno nella vita pubblica, piaccia più bloccare le iniziative degli altri che non combattere per portare avanti le nostre, piaccia più contestare e bloccare le idee altrui che non esprimere, portare avanti le nostre. Persino su Facebook, che qualcosa comunque descrive della nostra mentalità, leggo costantemente su quello che qualcuno fa e che è sbagliato, ma mai che si dica: avrebbe dovuto fare in quest’altro modo. Io non credo che un paese abbia una classe politica, un apparato burocratico, un sistema giustizia che sono totalmente avulsi dalla mentalità media del Paese (che esiste, eccome. Provare a trasportare, ad esempio  le vicende amorose di  Hollande in Italia, non riesco a immaginare nulla di più diverso nelle reazioni dell’opinione pubblica). Non starebbero in piedi, penso. Ecco allora il palleggio delle leggi tra camera e senato, e magari di nuovo camera e di nuovo senato, ecco che se una decisione qualunque non ti va puoi sempre rivolgerti al TAR, ecco che non bastano due gradi di giudizio, ecco che per avere giustizia, in campo civile, ci vogliono anni. Per me è tutto frutto della stessa mentalità: meglio impedire di fare, oggi qualcosa a te, anche a costo che tu domani impedisca a me di portare avanti il mio progetto, piuttosto che tu possa fare oggi e io mi prepari a realizzare qualcosa domani. Tutto questo poi porta, per questioni di equilibrio, a un effetto paradossale: che troppo spesso chi riesce a realizzare qualcosa, o molto, lo può fare perché è più prepotente, o corrotto, o peggio ancora.

Di solito, così come tendo alla malinconia nella vita privata, sono invece un ottimista in quella pubblica. Però da qualche tempo a questa parte sono molto inquieto, perché questo inestricabile intreccio di voler mettere tutti il naso in tutto, di voler gestire le cose direttamente, e di conseguente burocrazia e veti incrociati, sta davvero rischiando di rallentare e bloccare tutte le forze fresche e creative senza le quali il paese muore. Credo che questo sia un problema più serio di tanti altri (esempio la pressione fiscale) che pure sono importanti e ci condizionano pesantemente.

3 comments on “Corruptissima republica plurimae leges, Tacito (Annales, Libro III, 27)

  1. Sandro on said:

    Mi capita raramente di leggere e condividere ogni passaggio per lucidità e sintesi.
    Sandro

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