Gli onori di casa, di A. Bartlett

apr
2013
07

scritto da on Recensioni

5 commenti

Alicia Giménez-Bartlett è una signora spagnola sessantenne, che assomiglia proprio a quel che è. Eppure evidentemente cova un’anima maliziosa, se si diverte così con la sua Pedra Delicado, bravissima poliziotta, tanto talebana nella sua ricerca della verità quanto perlomeno libera nei suoi pensieri, nei suoi comportamenti, nei suoi costumi … insomma, a parte i tre matrimoni, non c’è viaggio in cui non incontri un poliziotto super bello e/o super interessante, e non ne tragga quindi le sue conclusioni senza remore di sorta. Ed è proprio per Pedra che leggo i libri della Bartlett, oltre che per l’altra caratteristica che me li rende particolarmente attraenti: le trame non sono mai troppo elaborate, troppo arzigogolate, troppo palesemente improbabili. Anzi, le sue storie alla fine non mi interessano più di tanto. Certo, la trama deve essere almeno credibile, ma in fondo poi quel che mi  rimane dei suoi libri è l’aver passato un po’ di tempo in piacevole compagnia della poliziotta e della sua autrice. Venendo più in particolare a quest’ultimo, l’ho letto col solito piacere, anche se non è un periodo in cui riesco a leggere con costanza; per di più mi sembra che questo alla fine sia davvero un po’ troppo diluito. Insomma, né la storia né quel che ci ha da dire la sua autrice mi sembra che meritino 500 pagine.  Alicia preferisce il romanzo al racconto, come ha scritto in una raccolta di racconti, e qui si capisce bene:  la storia diventa una scusa per fare piccole digressioni, esprimere concetti e pensieri che forse per timidezza non vuol mettere in troppa evidenza … meglio,  molto meglio diluirli lungo una storia. Rimane il fatto che, a differenza di lei, io penso che i suoi racconti siano molto eleganti, efficaci, ben scritti: letterariamente, forse meglio dei suoi romanzi (a chi interessasse: Il caso del Lituano). In ogni caso, il libro vale la pena, perché scrive bene, non è mai troppo pesante,  spesso è arguta e divertente:

gli italiani sono disposti ad accettare l’uniformità che un ruolo determinato impone, ma vi introducono immancabilmente un particolare bizzarro, una nota spiritosa, che sancisce il loro distacco dalle convenzioni.

In questa frase si legge tutta la sua ammirata e dichiarata simpatia per l’Italia e gli italiani, che non mi ha fatto per nulla stupire del fatto che abbia deciso in questo romanzo di far fare a Pedra un viaggetto tra noi.

E anche le sue osservazioni più profonde sono sempre scritte senza troppa pesantezza, e soprattutto messe lì senza troppi commenti, e apparentemente straniate dai fatti contingenti narrati in quel momento:

La sola cosa che vince la morte è vivere qualche minuto senza nessuna filosofia, senza nessuna morale; non più animali nobilitati dal soffio divino, ma solo e semplicemente animali.

Insomma, anche stavolta Alicia mi ha fatto passare dei bei momenti; e poi come potrei non parlare più che bene di un’autrice che mi ha fatto una lunga dedica su un suo libro, dedica che comincia

Para Roberto,

mi primer marido italiano

(Ovviamente non indago se nel frattempo c’è n’è un secondo, un terzo …)

5 comments on “Gli onori di casa, di A. Bartlett

  1. polimena on said:

    Caro marito italiano,
    aspettavo il suo commento, che mi è parso più positivo di quello che credevo. Ho finito ieri il libro e convengo sia sulla storia un po’ troppo diluita sia sul piacere di leggere le battute fra Pedra e Firmin. C’è solo una cosa che mi ha un po’infastidito…lo scriverò a breve sul blog perciò passi a trovarmi ;)

  2. admin on said:

    Ovvio che sì, non solo vengo spesso, ma ho scoperto che una mia .. ammiratrice si è messa a leggere il tuo blog dopo la mia pubblicità…

    • polimena on said:

      Beh grazie, in compenso io mi comprerò uno dei tuoi libri :), per una laureata in lettere antiche (uscita scioccata dalla matematica del liceo scientifico) è un bel passo avanti!

  3. stravagaria on said:

    Va beh ho capito che dovrò colmare la lacuna ;)

    • polimena on said:

      Sì Viviana, devi. Ma comincia dall’inizio perché il rapporto fra Pedra e Firmin, il suo vice, si evolve negli anni ed è forse una delle cose più belle dei libri della Bartlett.

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