Burocrazia e Sagunto

giu
2013
01

scritto da on Home

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So benissimo di essere una persona terribilmente disordinata e disorganizzata. Perdo tutto, anzi perdo le cose importanti, quelle futili ce le ho sempre attorno e mi danno fastidio. E’ un mio difetto che detesto davvero, perché mi provoca punizioni umilianti … multe, figuracce, incazzature. La burocrazia è la faccia delle regole del convivere, ed è indispensabile. La burocrazia dà da lavorare a molti, e anche questo direi che è un aspetto da non sottovalutare, in un momento in cui l’automazione rende meno importante il lavoro manuale dell’uomo: lavorare è un  diritto e un dovere, ma se la società abolisce il lavoro diventa poi difficile trovarlo. Ciò detto, e davvero con sincerità, credo anche che di burocrazia, di stupida burocrazia, si possa morire. Recentemente, in questi tempi di magra per la ricerca, mi è successo che il direttore di un laboratorio di ricerca francese (il laboratorio è francese, lui è greco!) mi ha proposto di darmi l’equivalente in Euro di una metà di borsa di dottorato, dicendomi di cercare l’altra metà per mettere una borsa  a concorso nella scuola di Modelli e metodi matematici per l’ingegneria. Vado dal mio direttore di dipartimento e la sua reazione è esattamente quella che mi aspetto “che figata! Ti do io il resto, non c’è proprio nessun problema”. Non mi avventuro a spiegare perché, in questi tempi di magra, non c’è nessun problema: è un fatto che abbiamo soldi in abbondanza per queste cose (benemerite!). Dunque, a fare i conti, un minuto da parte di Alexis (Paris Dauphine) per farmi la sua proposta, tre minuti di spiegazione al mio direttore (Piercesare) per completare il progetto. Se so fare i conti, all’incirca 5 minuti (approssimazione per eccesso). Questo succedeva a Febbraio. Poi a marzo sono stato a Parigi e ne ho parlato col loro responsabile. Oggi, fine maggio, forse la cosa si è risolta. Forse. Perché c’è sempre, fino a che tutte le firme non sono al loro posto, c’è sempre qualcuno che potrebbe fermare la procedura. Naturalmente adesso che siamo a scadenza, se manca una famosa firma, io devo rinviare di 6 mesi. Peccato che i francesi devono impegnare i soldi prima di sei mesi, altrimenti li devono rendere allo stato, perché inutilizzati!

Da 6 mesi circa sono il coordinatore del dottorato del nostro dipartimento. Siccome credo di saper giudicare abbastanza bene le persone, e quindi un po’ anche me stesso, mi permetto non solo di pensare ma anche di dire che sono per certi versi una persona particolarmente adatta a fare questo lavoro. Per altri, ovviamente quelli legati a regole e procedure, un vero disastro. Non riesco comunque a farmi una ragione del fatto che del tempo che dedico a questo compito, il 10% se ne va per problematiche legate ai dottorandi, ai colleghi coinvolti, all’organizzazione dell’attività scientifica, e il 90% a servire la burocrazia. Non scherzo e non esagero, di fatto è così. Faccio un esempio, uno solo. Gli studenti prendono il titolo di dottore di ricerca senza nessuna menzione, oppure con una menzione di merito, o infine con lode. La commissione, esterna al Politecnico, è l’unica deputata a decidere. Certo, il coordinatore di solito dice ai commissari quali sono le nostre usanze. Ma è anche successo, al mio predecessore, che un francese con la puzzissima sotto il naso gli abbia detto che non era la prima volta che faceva il commissario e che non aveva bisogno di suggerimenti. In altre parole, è la commissione che decide, sovrana, la menzione. Eppure io ho passato ore di discussioni sul problema angosciante di come giudicare gli studenti a ogni passaggio d’anno (prendendo una borsa pagata dallo stato, è richiesto un momento di verifica, per buttare fuori eventuali perditempo: non è ancora successo nel mio dottorato, ma succede): diamo A,B,C,D oppure passato/ripeti l’anno/fuori dalle balle? Ovviamente poi occorre esplicitare i criteri con cui do A,B,C,D: è la famosa trasparenza, un concetto tanto abusato che non ne posso più! Intanto, faccio osservare,  uccide il senso di responsabilità! Notare che poi di questi  A,B,C,D  non rimarrà nessuna traccia nel loro curriculum, però almeno hanno il vantaggio di essere un pretesto sontuoso per litigare tra colleghi! Nonché, ovviamente, un focolaio di lamentele da parte degli studenti che vanno poi a chiedere perché a me B e a lei A?

La burocrazia è un virus che contagia quasi tutti, solo pochi hanno gli anticorpi.

Ha un senso tutto questo? No, non lo ha, ne sono sicuro. Alexis, il responsabile di LAMSADE, con uno stipendio da responsabile di laboratorio, ci ha messo 5 minuti a darmi fiducia, a credere nel progetto che porto avanti con colleghi del suo laboratorio, e a allocarmi i soldi per una borsa da noi. La sua responsabile burocratica in compenso mi ha fatto impazzire perché nell’accordo voleva mettere che la sua università deve avere il diritto di veto sullo studente da noi selezionato! Senza sapere, ovviamente!, che in Italia il posto viene dato a concorso e che quindi, se c’è un vincitore del posto, nessuno glielo può togliere.  E poi mi spieghi cara Edith su che belin di basi potresti avere da ridire su una nostra scelta? Questo, comunque, non è nemmeno il punto cruciale. Il problema vero  è che il capo ha fiducia nel progetto, e il travet, che dovrebbe essere pagato per aiutarci a realizzare il progetto,  invece  parte dal presupposto che io sono inaffidabile e che il potere, un piccolo modestissimo potere, deve rimanere in mano sua. E se non è lei a voler questo, è qualche suo superiore, che si intasca uno stipendio ancora maggiore per queste pensate da genio!

Considerando che ormai siamo in un mondo globale in tutti i sensi, in cui occorre velocità, capacità di reazione, flessibilità, l’unico commento che mi viene da fare non  posso che prenderlo in prestito:

mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.

(Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur , Tito Livio, Storie, XXI, 7, 1.           Tito, non eri uno stupido).

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