50, 200 o uno (alla volta?)

gen
2013
29

scritto da on Home

1 commento

Il commento di Polimena (al post di Spazio[bianco]) mi ha fatto pensare … mi ha colpito il numero di studenti che ha voluto citare. Il giorno dopo Ivrea ho fatto un altro minicorso in Bocconi, sempre per studenti delle superiori, questi dell’ultimo anno (attenzione alle inferenze statistiche: due minicorsi alla settimana? Sì, l’altra settimana. Probabilmente saranno gli unici dell’anno). In Bocconi erano più di 200, forse 250 e, pur trattando gli stessi temi, sulle stesse slides, la mia presentazione è stata abbastanza diversa. E’ un ovvietà, forse, ma numeri molto diversi  impongono strategie differenti. Non c’è dubbio che nel secondo caso ho avuto atteggiamenti  molto più istrionici, ho “sollecitato” la risata più e più volte. Nulla di programmato, ma l’adrenalina mi ha spinto a questo. Subito ho pensato che fosse un modo per caricarmi, visto che era venerdì pomeriggio e la settimana mi pesava tutta sulle spalle, ma poi ho capito che non è così. E dunque insegno a classi di 50, oppure di 100, a volte di 200 e passa, ma credo di dare il mio meglio nel rapporto uno a uno. Quando uno studente lavora in tesi con me. A me sembra in questi casi (anche se non sempre) di poter dare veramente moltissimo, e che gli studenti lo apprezzino e ne siano supermotivati. Wladimir, qualche anno fa, mi ha dato l’impressione che lavorare alla tesi con me sia stata una delle pochissime cose che gli sono piaciute al Politecnico. Considerando che oggi fa il regista, non c’è da stupirsi … però sono certo che il suo studio dei con i modelli di scambio di donatori di reni, se la ricorderà anche a teatro perché alla fine si vedeva benissimo che ci si era appassionato. Ed è un’ ottima cosa che un futuro regista abbia fatto un bel lavoro di tipo scientifico!  L’ultima esperienza è stata Benedetta, ed è interessante il fatto che la sua tesi ha stentato parecchio a partire, che abbiamo vagolato per argomenti che non ci convincevano, poi piano piano … ci abbiamo lavorato parecchio, soprattutto lei, ma anche io le ho dedicato più tempo della media di una tesi. Che alla fine ha proprio catturato tutta la sua attenzione. Le sue parole di ringraziamento, stampate sulla versione finale, mi hanno molto colpito; ho pensato che davvero non poteva dirmi nulla di più bello. Sono queste le cose per le quali non mi stancherò mai del mio lavoro. Certo, una come lei mi capita molto raramente, anche perché con pochissimi studenti ho giocato a tennis, ma lei è proprio l’unica che mi ha spaccato la racchetta!

One comment on “50, 200 o uno (alla volta?)

  1. stravagaria on said:

    I tuoi sono studenti molto fortunati. È un privilegio farsi spiegare la matematica da chi insegna con passione.

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