Spazio[bianco]

gen
2013
24

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4 commenti

Il 23-24 Gennaio sono stato a Ivrea per tenere un minicorso di 6 ore di teoria dei Giochi ad alcune classi di terza e di quarta del Liceo Botta. Devo ammettere che sono rimasto molto sorpreso da come si sono svolte queste sei ore di attività. Ho parlato per due mattine, per tre ore ciascuna, (con un breve intervallo a metà circa). Anche se so che i temi di teoria dei giochi sono accattivanti, mi aspettavo qualche difficoltà nel tenere 50 ragazzi silenziosi e interessati per tre ore, e per due giorni di fila. I risultati sono stati davvero notevoli. Mi hanno seguito con attenzione,  hanno risposto alle domande che facevo con grande partecipazione, e senza troppo timore, hanno partecipato volentieri a un paio di giochini che ho organizzato. E poi le 6 ore di tempo, che temevo un po’, mi hanno in realtà aiutato, perché una volta tanto non mi sono fatto prendere dall’ansia di fare poco e quindi dall’impulso di correre.  Insomma, un risultato davvero inaspettato. C’`e poi stata una cosa che mi ha fatto davvero sorridere. Alla fine della prima giornata, una ragazza è venuta a dirmi se poteva farmi una domanda. Ovviamente me l’ha fatta; ero pronto a rispondere chissà che di teoria dei giochi ma lei mi ha messo davanti un problemino che, presumo, aveva da svolgere per compito. Seppure sorpreso, sono riuscito a risponderle, e se ne è andata tutta contenta, anche perché alla soluzione c’era praticamente arrivata da sola. Mi ha fatto una tenerezza enorme!  Evidentemente le avevo ispirato fiducia. Non solo e non tanto sul fatto che potessi darle une risposta corretta e chiara, quanto che fossi una persona cui poter chiedere senza problemi anche qualcosa che non c’entrava con quanto avevo presentato. Un atteggiamento forse un po’ ingenuo il suo, del resto ampiamente motivato dall’età, ma che mi ha gratificato molto, non solo sorpreso.

 Il pensiero più chiaro che ho fatto venendo via da Ivrea è che esistono realtà che andrebbero davvero valorizzate invece di parlare sempre e solo di quel che non funziona; realtà in cui la scuola è una cosa seria, tenere i ragazzi a un comportamento adeguato non è una guerra di sfinimento, e le persone lavorano e ti ascoltano volentieri. Non so e non mi interessa sapere se questo succede perché Ivrea è una cittadina piccola, con buone tradizioni culturali, o se questo succede anche in altre realtà . Mi interessa che succeda. La conclusione è che, se lo vorranno, a Ivrea ci tornerò. Non solo perché non ho fatto in tempo a fare i giochi cooperativi, non solo perché quelle tre classi si sono comportate così bene, ma anche perché mi piace moltissimo fermarmi al B&B spazio [bianco], che è a 50 metri dalla scuola; un posto bellissimo, ben tenuto, elegante, silenzioso, che ti mette a tuo agio, e gestito da Brunella, che te lo fa apprezzare ancor di più per la cura e  l’amore che mette nel suo lavoro.

4 comments on “Spazio[bianco]

  1. Simone on said:

    Penso che l’attenzione e il coinvolgimento dei ragazzi sia direttamente proporzionale alla disposizione d’animo del relatore. Quando fai una lezione o una conferenza chiedendoti perché tu sia lì, è sicuro che gli studenti avvertiranno il tuo atteggiamento e risponderanno con il disinteresse.
    Al contrario, solitamente apprezzano l’entusiasmo e la passione del docente o relatore.

  2. Brunella on said:

    Professor Lucchetti, ma quale piacere!
    Lei oggi mi ha fatto tanti regali e io Le sono profondamente grata per questo!
    Primo perche’ sono regali inaspettati e pertanto ancora piu’ piacevoli.
    Mi ha onorata di un Suo libro con dedica che terro’ come “reliquia”: chiedo scusa per l’utilizzo di questo termine, forse non adatto al contesto, ma che spero possa farLe comprendere quanto ci tenga al pensiero che Lei ha avuto nei miei confronti, al gesto che ha fatto e -non ultimo- all’oggetto stesso.
    Inoltre mi ha dato stimoli per affrontare la “mia” lezione odierna con gli studenti: il sapere che esistono ancora professori come Lei mi da’ molta forza e tranquillita’.
    Condivido appieno il commento di Simone e sono convinta allo stesso modo che lo stimolo debba provenire da chi sta in piedi davanti alla cattedra, o ancora meglio in mezzo alla classe: grazie ad esso -e di conseguenza- arrivano tutte le risposte da parte dei ragazzi che comprendono meglio, piu’ velocemente e soprattutto tirano fuori il meglio delle loro menti e dei loro cuori.
    Dall’altra parte, in qualita’ di insegnanti, credo se ne possa ricavare una grande forza motrice ed una carica di entusiasmo che fa stare molto meglio e fa anche ringiovanire.
    Insomma, i Suoi regali sono stati molto preziosi e a questi si somma il Suo commento su spazio[bianco]: ne sono lusingata, grazie di cuore! Credo il segreto di tutto sia la passione che si mette nel fare qualsiasi cosa, in ogni giorno della nostra vita.
    “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci puo’ donare, l’amare il proprio lavoro (privilegio di pochi) costituisce una tra le migliori approssimazioni concrete della felicita’ sulla terra: ma questa e’ una verita’ che non molti conoscono.” Lo diceva Primo Levi e lo sostengo da sempre.
    Grazie Prof. Lucchetti, La aspettiamo ancora con molto piacere, arrivederci a Ivrea.

  3. polimena on said:

    Che bella soddisfazione, 50 ragazzi di quella età tutti concentrati! Mi sono accorta solo da grande, benché io abbia una formazione umanistica, di quanto la matematica sia affascinante. Il problema è farlo comprendere ai ragazzi quando sono giovani. Io non ha avuto questa fortuna.

    • admin on said:

      Ma che piacere una delle trecugggine. Il vostro sito mi piace molto, ed è proprio quanto fate voi, Stravagaria e qualcun altro che mi ha spinto a provarci, anche se poi lo uso anche in modo un pò diverso da voi. Grazie per ogni suggerimento che vorrete darmi!
      Roberto

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